Cadelbosco Sopra Piove, e continuerà a piovere anche nei prossimi giorni. La prefettura, che ha riunito mercoledì per due volte il Centro di Coordinamento dei Soccorsi, corre così ai ripari e lancia l’allarme: «Evitate di soggiornare ai piani interrati e ai piani terra». La segnalazione è partita direttamente dall’Agenzia di Protezione Civile e dal Consorzio di Bonifica, tenendo presente lo stato di criticità degli argini dei corsi d’acqua nelle zone colpite dall’alluvione. La prefettura ha anche fornito, comune per comune, le vie a maggior probabilità di allagamento:
- per Reggio Emilia le vie Malatesta, Marx, San Biagio, Cella all’Oldo, Tosini;
- per Cadelbosco Sopra le vie dell’Oldo, Pratonera, San Biagio, Molino Vico Zoaro, Corte Traghettino, la Sp358R, Casaletto, Argine Francone, Santa Maria;
- per Castelnovo Sotto le vie Corte Traghettino e via Bastiglia (dal Cavo Cava a Lelio Basso);
- per Bagnolo in Piano le vie Canalazzo e Casaletta
Villa Seta
Ovviamente anche Villa Seta, dove la Gazzetta è tornata mercoledì, rimane tra le frazioni più a rischio. Quadro spettrale Un quadro spettrale, di quelli che da queste parti si erano visti sino ad ora solo nei film o ai telegiornali. «Ho sempre sentito parlare di alluvioni alla televisione – dice la signora Sabrina Becchi– ma solo quando ti ritrovi l’acqua dentro casa capisci cosa significa». Ha gli stivali e si offre nel ruolo di guida nei luoghi più drammatici che da sabato notte hanno segnato, forse per sempre, Villa Seta. Piove forte in questa frazione del Comune di Cadelbosco e gli ombrelli contengono a fatica la grande quantità d’acqua che continua a cadere incessantemente, quasi a rincarare la dose riversandosi su famiglie distrutte, fisicamente e moralmente. Qui, le gocce che cadono dal cielo si mischiano alle lacrime che scendono dai volti di chi, da quattro giorni, sta vivendo un incubo che non si sarebbe mai aspettato di affrontare. La strada che collega Reggio a Cadelbosco non presenta criticità ma, appena si imbocca la deviazione per Villa Seta, comunità di 700-800 abitanti, ecco spuntare i primi cartelli: “Strada chiusa a 6 chilometri”. A dire il vero, in centro a Villa Seta si arriva regolarmente perché, ci informa qualche passante, «la strada è stata interamente riaperta». Ai lati della carreggiata, però, le immagini sono davvero desolanti: l’acqua ha invaso i campi e le aziende, lasciando danni al momento neanche quantificabili. Davanti all’osteria Laghi Seta, quasi come se fosse un segno del destino, c’è scritto “chiuso al mercoledì”: qui però non è una questione di giorni della settimana perché tutto pare essersi fermato a sabato notte e di riaperture, al momento, non se ne parla. Azioni e polemiche C’è movimento al circolo sociale Arci: sono riuniti circa 20 persone e sembra aspettino qualcuno. «Ci avevano detto che sarebbe passato il prefetto Cocciufa – ci spiegano – ma qui non si è ancora visto nessuno».
Venti persone con l’identico dress code: stivali alti, sacchi, mantelline. Sono tutti sfiniti da questa situazione ma non c’è tempo per lamentarsi: la priorità è togliere l’acqua dalle loro case. Il circolo Arci è diventato una specie di centro di assistenza secondario: non è attrezzato per ospitare di notte gli sfollati, ma in questi giorni mette a disposizione un caffè caldo, un sorso d’acqua oltre a un pezzo di pizza ed erbazzone. «La gente che ha la casa allagata trova da noi da mangiare e da bere, oltre ai servizi igienici – dice la presidente Daniela Marastoni– Abbiamo fatto quello che potevamo fare: molti, qui da noi, trovano anche solo una parola di conforto». «Qua dietro c’era il campo da calcio ma è interamente ricoperto dall’acqua. Era un punto di riferimento per gli sportivi», aggiunge sempre Sabrina Vecchi.
I carabinieri presidiano la zona e personale dei vigili del fuoco, della polizia e dell’Unione Terre di Mezzo si aggira lungo la strada. I cittadini, però, mai come in questo momento hanno bisogno di risposte certe e, inattesa che siano le istituzioni a fornirle, sembrano aver trovato il loro eroe: è un residente che è in prima linea nell’emergenza alluvione. Viene accolto dagli applausi degli altri e si capisce subito che è esperto in materia: «Non mettete il mio nome sul giornale, mi sono già arrivate numerose critiche perché dicono che ci siamo voluti mettere in mostra e rischio la denuncia, ma se non fossimo intervenuti il quadro sarebbe stato ancora peggiore», esordisce. Ermanno, nome di fantasia, racconta quello che è accaduto in quelle concitate ore di sabato, quando la Protezione Civile aveva diramato allerta rossa e con le piogge che, dal tardo pomeriggio, si sono fatte davvero insistenti: «Gli argini vibravano e anche un bambino dell’asilo si sarebbe accorto che eravamo in emergenza. Ci siamo parlati tra noi cittadini e abbiamo pensato di rompere il canale del Crostolo e del Cava. Ci voleva però l’autorizzazione che non è formalmente arrivata. Siamo poi andati sul Tassone, dove abbiamo le aziende, perché la situazione era critica ma a un certo punto ci siamo fermati. Tutto ciò che ho fatto, compreso mettere le idrovore nel canale, è però stato avallato dalla Protezione Civile».
Maiali morti
Si aggiunge un altro residente che dice: «Abbiamo trasportato i maiali a mano verso Fabbrico ma abbiamo potuto farlo solo lunedì. Per qualcuno di loro, malauguratamente, era però troppo tardi». Alla discussione porta il proprio contributo anche Orfeo Incerti che precisa: «Ho lavorato per diversi anni in bonifica. I fossi vanno puliti», rifacendosi al tema degli alberi e ai numerosi animali selvatici che devastano gli argini. Rischio sciacalli Una cosa è certa: i residenti non stanno con le mano in mano, come confermato da Corrado Marastoni. Abita al civico 98 di via Ponte Forca e il piano terra della sua casa è letteralmente invaso dalla melma: «Stanno facendo tutto i ragazzi di Villa Seta e senza i loro interventi l’acqua si sarebbe alzata ancora di più – racconta –. Io ho dormito al secondo piano ma non si riesce neanche a dormire. Il sistema idraulico è vecchio e gli alberi andrebbero tagliati». Chiude Rishi: «Per tutti noi è una situazione nuova e stiamo provando a fare di necessità virtù. Noi sfollati saremmo potuti andare al centro di assistenza a Cadelbosco, ma qui chi rimane a presidiare le nostre case, ora inagibili? Ci hanno già segnalato la presenza dei ladri che non vedono l’ora di sfruttare questo momento». l © RIPRODUZIONE RISERVATA
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