Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha firmato il disegno di legge di bilancio presentato dal governo, che può quindi ora iniziare il suo iter parlamentare. Il testo contiene 144 articoli e sarà esaminato in prima battuta dalla Camera dei Deputati. Nel provvedimento, misure fiscali come il taglio del cuneo e il riordino delle detrazioni, le norme sulle pensioni e quelle sulla revisione della spesa.
Giorgetti: “Taglio del cuneo per 1,3 milioni lavoratori in più”
Con la manovra 2025, il taglio del cuneo coinvolgerà 1,3 milioni di lavoratori in più rispetto ai 13 milioni già interessati dalla misura attualmente in vigore. Lo ha confermato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Rispetto alla norma in vigore, quest’anno per i redditi fino a 35mila euro, “arriviamo – ha spiegato Giorgetti – ai redditi fino a 40mila”.
Il titolare di via XX Settembre ha inoltre annunciato una misura nuova: “Il benefit fiscale fino a cinquemila euro per rimborsare le spese dei lavoratori che le aziende trasferiscono”.
I punti principali, contributo delle banche e aliquote Irpef
Due i punti più attesi del testo: la norma sulle banche e quella sugli stipendi dei manager della Pubblica amministrazione. La legge di bilancio, dal valore di circa 30 miliardi lordi, è stata impostata dal governo per aiutare i redditi medio-bassi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati e per dare uno stimolo contro l’inverno demografico. Per farlo, la legge di Bilancio rende strutturale, almeno per i prossimi 5 anni, il taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35mila euro e la riduzione a 3 aliquote Irpef. Solo questi due provvedimenti costano 15 miliardi.
Patuelli (Abi): “Sacrificio per noi ma non mi aspetto un aumento delle tariffe e dei costi dei servizi”
Le risorse arriveranno, tra le varie voci, da tagli alla spesa dei ministeri – nell’ordine di una media del 5% del budget -, pari a oltre due miliardi. Inoltre, dal contributo di banche e assicurazioni per 3,5 miliardi di euro. Su questo punto, Antonio Patuelli, presidente di Abi, ha commentato che “le misure previste sulle Dta (imposte differite attive)”, e di cui non è chiaro ancora l’impatto, “sono un sacrificio per le banche” ma “non mi aspetto un aumento di tariffe e costi dei servizi” per i clienti, “saranno assorbite nei conti economici” degli istituti di credito. Patuelli aggiunge che “per noi è un posticipo della detrazione”, che ha dei costi. Patuelli ha sottolineato come “non è la prima volta che viene deciso un allungamento delle detrazioni. Speriamo che la ripresa del Paese nei prossimi anni comporti un minor bisogno di aumentare le entrate”.
Dalla revisione delle tax expenditures (esenzioni fiscali, ndr) dovrebbe poi arrivare circa un miliardo.
Tra le novità più rilevanti inserite in manovra: un bonus da 1.000 euro per ogni nuova nascita, a beneficio dei genitori con un Isee entro 40mila euro, l’esclusione dell’assegno unico dal computo Isee, l’ampliamento da due a tre mesi del congedo parentale retribuito all’80%.
Pensioni: le minime crescono di tre euro, da 614 a 617
Sulle pensioni, conferme e qualche novità: per il 2025 vengono confermate tutte le misure dell’anno scorso – Ape sociale, Opzione donna e Quota 103 – e viene introdotto un incentivo sul piano fiscale per chi sceglie di restare al lavoro. Viene inoltre garantita la piena rivalutazione degli assegni e delle minime, eliminando il meccanismo di sterilizzazione in vigore. Per le pensioni di importo pari o inferiore al trattamento minimo, ci sarà un incremento del 2,2% e dell’1,3% nel 2026. Quest’anno scadeva l’aumento del 2,7% previsto con la legge di Bilancio 2024. Le pensioni minime arriveranno quindi a 617,9 euro dai 614,77 attuali perché la base di calcolo è quella precedente all’aumento del 2,7% dato l’anno scorso, maggiorata con il recupero dell’inflazione pari all’1%.
Tre aliquote Irpef
L’ imposta viene determinata applicando al reddito complessivo, al netto degli oneri deducibili, tre aliquote per scaglioni di reddito:
- fino a 28mila euro si applica quella del 23%;
- oltre 28mila euro e fino a 50mila euro, l’aliquota è del 35%;
- oltre 50mila euro si applica quella del 43%.
Bonus nuove nascite con Isee fino a 40mila euro
“Al fine di incentivare la natalità e contribuire alle spese per il suo sostegno”, con la manovra arriva per ogni figlio nato o adottato dal 1° gennaio 2025 un “bonus nuove nascite” una tantum da 1.000 euro. L’importo, erogato nel mese successivo al mese di nascita o adozione, non concorre alla formazione del reddito ed è corrisposto per i figli di cittadini italiani, di uno Stato Ue o di uno Stato non appartenente all’Ue in possesso del permesso di soggiorno europeo “per soggiornanti di lungo periodo o titolari di permesso unico di lavoro” o per motivi di ricerca di almeno sei mesi. La condizione è che il nucleo familiare abbia un Isee inferiore a 40mila euro annui. Il costo è di 330 milioni nel 2025 e 360 milioni nel 2026.
Spese sanitarie e mutui, prima casa esclusa nel calcolo del reddito
Le spese sanitarie e quelle relative ai mutui per la casa sono escluse dal tetto della revisione delle detrazioni prevista dalla manovra. “Sono escluse dal computo dell’ammontare complessivo degli oneri e delle spese – si legge nel testo – le spese sanitarie detraibili” così come “sono esclusi” gli oneri “sostenuti in dipendenza di prestiti o mutui contratti fino al 31 dicembre 2024”. Inoltre “a fini del presente articolo, il reddito complessivo è assunto al netto del reddito dell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale”.
Agevolazioni mutui prima casa fino al 2027. Ristrutturazioni al 50% e Superbonus spalmato in dieci anni
Vengono prorogate fino al 2027 le agevolazioni sui mutui per l’acquisto della prima casa: la manovra stanzia 130 milioni per il 2027 e 270 all’anno per i due anni successivi. Si tratta delle agevolazioni per gli under 36 e per le giovani coppie, con Isee pari a 40mila euro. Confermato il via libera alle agevolazioni edilizie per un altro anno: proroga nel 2025 del bonus ristrutturazioni al 50% sulla prima casa evitando così che il calo dell’agevolazione fiscale al 36%
Per quanto riguarda i crediti del Superbonus, si potranno spalmare in dieci rate annuali anche per le spese relative al 2023 (unico rimasto finora escluso). “Per le spese sostenute dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023, relativamente agli interventi di cui al presente articolo, la detrazione può essere ripartita, su opzione del contribuente, in dieci quote annuali di pari importo a partire dal periodo d’imposta 2023”, si legge nel testo dell’articolo. L’opzione “è irrevocabile” ed è esercitata tramite una dichiarazione dei redditi integrativa di quella presentata per il periodo di imposta 2023, che dovrà essere presentata entro il termine stabilito per la dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta 2024. “Se dalla predetta dichiarazione integrativa emerge una maggiore imposta dovuta, quest’ultima è versata, senza applicazione di sanzioni e interessi, entro il termine per il versamento del saldo delle imposte sui redditi relative al periodo d’imposta 2024”. Sempre in materia di Superbonus, la detrazione al 65% valida ancora per le spese sostenute nel 2025 spetta solo a chi entro il 15 ottobre 2024 ha già presentato la Cila, la delibera assembleare in caso di condominii e l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo, se gli interventi comportano la demolizione e la ricostruzione degli edifici.
Tetto ai compensi degli enti per le nomine dal primo gennaio
I compensi corrisposti agli organi amministrativi di vertice degli enti e degli organismi che rientrano nell’elenco Istat, individuati con Dpcm, su proposta del ministro dell’Economia e delle Finanze, da adottarsi entro giugno 2025, nonché degli enti, organismi e fondazioni che ricevono “anche in modo indiretto e sotto qualsiasi forma” contributi a carico della finanza pubblica, “non possono superare il limite dell’importo annuo corrispondente al 50 percento del trattamento economico complessivo annuo lordo spettante al primo presidente della Corte di cassazione”. Il testo specifica che la norma vale per le nomine a partire dal 1° gennaio 2025.
Possibilità di andare in pensione a 70 anni nella PA, se necessario per tutoraggio o affiancamento dei neoassunti
Le amministrazioni pubbliche, “anche per lo svolgimento di attività di tutoraggio e di affiancamento ai neoassunti e per esigenze funzionali non diversamente assolvibili”, possono trattenere in servizio, previa disponibilità dell’interessato, nei limiti del dieci per cento delle facoltà assunzionali, il personale dipendente, con esclusione del personale delle magistrature e degli avvocati e procuratori dello Stato, di cui ritengono necessario continuare ad avvalersi. Il personale non può permanere in servizio oltre il compimento del 70esimo anno di età.
Aumenti dell’indennità per medici, infermieri e specializzandi
Arrivano gli aumenti alle indennità di medici e infermieri e del trattamento economico degli specializzandi. Per questi ultimi è previsto un maggiore aumento economico per alcune specializzazioni ‘meno ambite’, a partire da Medicina d’urgenza e Anestesia. Lo prevede il testo della manovra che, all’art. 61, prevede l’incremento dell’indennità di specificità “allo scopo di valorizzare le caratteristiche peculiari della dirigenza medica e veterinaria dipendente dal Ssn”. I valori dell’indennità di specificità “sono incrementati nei limiti degli importi complessivi lordi di 50 milioni di euro per il 2025 e 327 milioni annui, a decorrere dal 2026”. Per i medici in formazione specialistica (art. 59), a decorrere dall’anno accademico 2025/2026, “la parte fissa del trattamento economico è aumentata per tutte le specializzazioni di una percentuale pari al 5% e la parte variabile è aumentata di una percentuale pari al 50% per le seguenti specializzazioni: Anatomia patologica, Anestesia Rianimazione, Terapia Intensiva e del dolore, Audiologia e foniatria, Chirurgia Generale, Chirurgia Toracica, Farmacologia e Tossicologia Clinica, Genetica medica, Geriatria, Igiene e medicina preventiva, Malattie Infettive e Tropicali, Medicina di comunità e delle cure primarie, Medicina d’emergenza-urgenza, Medicina e Cure Palliative, Medicina interna, Medicina nucleare, Microbiologia e virologia, Nefrologia, Patologia Clinica e Biochimica Clinica, Radioterapia, Statistica sanitaria e Biometria”. L’articolo 62 prevede anche l’incremento dell’indennità di specificità di dirigenza sanitaria non medica.
Ai fini poi del riconoscimento e della valorizzazione delle competenze e delle specifiche attività svolte dagli infermieri, dipendenti dalle aziende e dagli enti del SSN, nell’ambito della contrattazione collettiva nazionale, gli importi dell’indennità di specificità infermieristica per il triennio 2019-2021, “sono incrementati, nei limiti degli importi complessivi lordi di 35 milioni di euro per l’anno 2025 e di 285 milioni di euro annui a decorrere dal2026”. Aumentano anche le indennità dei dipendenti del Ssn appartenenti alle professioni sanitarie della riabilitazione, della prevenzione, tecnico-sanitarie e di ostetrica, alla professione di assistente sociale nonché agli operatori sociosanitari: nell’ambito della contrattazione collettiva nazionale per il triennio 2019-2021, sono incrementate nei limiti degli importi complessivi lordi, di “15 milioni di euro per l’anno 2025 e di 150 milioni di euro annui a decorrere dal 2026”.
Cresce infine l’indennità di Pronto soccorso, per riconoscere le particolari condizioni di lavoro di medici e sanitari di questo settore: con decorrenza dal 1° gennaio 2025, l’aumento è di “50 milioni di euro complessivi, di cui 15 milioni di euro per la dirigenza medica e 35 milioni di euro per il personale del comparto sanità e con decorrenza dal 1° gennaio 2026 di ulteriori 50 milioni di euro complessivi, di cui 15 milioni di euro per la dirigenza medica e 35 milioni di euro per il personale del comparto sanità”.
Fondo di 150 milioni di euro per le università per il post-Pnrr
Viene poi istituto un fondo presso il Ministero dell’Università con una dotazione di 150 milioni di euro per ciascuno degli anni 2027 e 2028, che sostiene le attività dei centri nazionali e dei partenariati estesi, nonché le iniziative di ricerca per tecnologie e percorsi innovativi in ambito sanitario e assistenziale del Piano Nazionale Complementare (PNC), così da consentirne il consolidamento nel tempo e la sostenibilità economico finanziaria al termine del periodo di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Limite alla spesa per il personale Rai, tagli dal 2026
Per ridurre “gli oneri di esercizio”, la Rai nel 2025 non potrà aumentare le spese per il personale e per gli incarichi di consulenza, che non potranno superare il livello del 2023. Nel 2026, l’azienda di servizio pubblico radiotelevisivo dovrà ridurre la spesa per personale e consulenza di almeno il 2% rispetto alla media delle spese sostenute nel triennio ‘21-’23. Per l’anno 2027, la riduzione della spesa sale al 4%.
Il consiglio di amministrazione della Rai ha espresso oggi in una nota apprensione per i provvedimenti riguardanti il futuro dell’azienda contenuti nel Disegno di Legge della Manovra di Bilancio 2025 che, sia pure nell’ottica di un doveroso contenimento dei costi, rischierebbero di limitare l’autonomia del nostro Servizio Pubblico e di condizionarne le scelte e le attività con possibili impatti sull’occupazione, nonché sull’indotto”.
Estrazione settimanale aggiuntiva per il Superenalotto
Dal 2025, nella giornata del venerdì, ci sarà una estrazione settimanale aggiuntiva dei giochi del Lotto e del Superenalotto. Se tale estrazione ricorre in un giorno di festività riconosciuta agli effetti civili su tutto il territorio nazionale, sarà posticipata al primo giorno feriale successivo; ovvero, in casi eccezionali, è anticipata al primo giorno feriale antecedente, con provvedimento direttoriale dell’Agenzia delle dogane, garantendo la continuità progressiva dei concorsi. Il Fondo per le emergenze nazionali è incrementato di 50 milioni di euro annui a decorrere dal 2025.
Ciriani: “Abbiamo chiesto sacrifici a tutti e le banche li hanno fatti”
Nella manovra “l’accordo con banche garantirà nuovi fondi, pari a 3 miliardi di euro, che finanzieranno il fondo sanitario. Al di là delle bugie della Schlein, che diventano vere a forza di dirle, abbiamo chiesto sacrifici a tutti e le banche li hanno fatti” ha dichiarato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. Circa la votazione della manovra, il titolare dei Rapporti col Parlamento: “Speriamo prima di Natale, chiederemo alla maggioranza di limitare gli emendamenti”. E aggiunge: “Saranno mesi intensi e chiediamo uno sforzo al Parlamento anche perché i decreti non possono aspettare”.
Nell’iter parlamentare, l’esame della manovra quest’anno partirà dalla Camera, in base al principio dell’alternanza. Le audizioni davanti alle commissioni Bilancio del Parlamento – secondo quanto viene riferito – dovrebbero iniziare il 28 ottobre mentre il termine degli emendamenti dovrebbe essere fissato fra l’8 e il 10 novembre. Tre i relatori di maggioranza per Fratelli d’Italia, Ylenja Lucaselli, per FI Mauro D’Attis, per la Lega Silvana Comaroli.
L’esecutivo, a proposito di tempistiche, sembra non volere replicare lo schema ‘zero emendamenti’ che l’anno scorso fu fonte di proteste e snervanti rinvii in commissione Bilancio, perciò l’intenzione sarebbe quella di limitare le proposte per un esame il più snello e rapido possibile della legge. Stessa linea per il decreto fiscale collegato, che invece inizierà l’iter al Senato.
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