È passato un anno da quando Benetton ha iniziato ad avvertire i duri contraccolpi del settore tessile. Correva infatti il 2023 quando il fondatore, Luciano Benetton, ha lanciato una dura accusa ai suoi manager e ha deciso di lasciare la società, dopo essersi trovato di fronte a quello che lui stesso ha definito «improvviso buco di bilancio, drammatico, uno shock che ci lascia senza fiato». Benetton ha dovuto sostanzialmente fronteggiare un’ingente perdita netta, ammontante a 230 milioni. Perdita che adesso l’azienda potrebbe dimezzare, per altro in tempi brevi.
Ma andiamo per ordine. Tornando ancora indietro, lo scorso anno i ricavi (pari a 1,098 miliardi) mostravano solo una lieve crescita rispetto al 2022. Per Benetton è stato un momento difficile, che ha portato il capogruppo Edizione a tamponare la crisi aziendale con un’iniezione di liquidità di 150 milioni. Nell’ordine, poi, si sono susseguite una lettera di impegno sulla garanzia dell’effettiva continuità aziendale e un rinnovamento del Cda che ha dato il via a una complessa fase di ristrutturazione.
Ristrutturazione che, per altro, è partita dal vertice: con un accordo consensuale il Ceo Massimo Renon è stato sostituito da Claudio Sforza, cui il presidente della holding Alessandro Benetton, l’amministratore delegato Enrico Laghi e l’intera famiglia hanno affidato l’ambizioso (e gravoso) mandato di portare il Benetton Group fuori dalla crisi, operando a fondo e risanando l’azienda.
E in effetti, Sforza non ha perso tempo. Ha iniziato a muoversi prima facendo un’analisi accurata per evidenziare ciò che funziona e ciò non funziona, individuando negozi strutturalmente in perdita e iniziando, detto in maniera grezza, a tagliare i rami secchi. Poi, il ceo ha attivato sui canali di vendita e punti vendita indiretti un piano incisivo di recupero crediti.
Poi, Sforza avrebbe spostato la sua attenzione sui modi per riorganizzare e potenziare il canale digitale di vendita con l’obiettivo di portarlo dall’attuale peso del 12% al 30% sempre entro il 2025, creando una direzione marketing e commerciale e ristrutturando le modalità di produzione delle collezioni per dare una veloce disponibilità sul digitale.
Tutte direzioni che sembrano portare i risultati sperati: secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, le azioni messe in atto dal nuovo management sembrano aver iniziato a dare i primi frutti: a fine anno la società dovrebbe segnare una perdita intorno ai 110 milioni e entro il 2025 dovrebbe riuscire a dare un ulteriore taglio del 50% al rosso, riportando l’azienda sulla giusta strada.
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